
Colon Irritabile: cosa è davvero efficace
Articolo pubblicato sul numero di Maggio della rivista scientifica Salute 33
La sindrome del colon irritabile (Inflammatory Bowel Disease o IBS) è una patologia che affligge tantissime persone ed i cui sintomi possono essere diversi: gonfiore, meteorismo, flatulenza, crampi addominali, diarrea oppure stipsi. Le cause che portano alla formazione dei sintomi sono per lo più sconosciute, anche se si è abbastanza convinti si tratti di una patologia psicosomatica.
Arrivando ad un punto di infiammazione tale per cui si avverte fastidio qualsiasi cosa si ingerisce, coloro che ne soffrono, spesso si trovano ad evitare eventi, cene, uscite con gli amici e a sentirsi limitati nella vita sociale. Non è più il latte oppure i broccoli… può capitare di star male anche soltanto per una mela!
Chi lamenta questa condizione spesso inizia ad escludere dalla propria alimentazione alcuni cibi, facendo di testa propria, senza però che vi sia una logica alla base, oppure a ricorre a discutibili (per essere buoni!) test delle intolleranze alimentari che rivelano una lunga lista di alimenti “pericolosi”. È così che il paziente, pur di stare bene, inizia ad evitare tutto ciò a cui è risultato “intollerante”. E sta bene (almeno inizialmente), perde anche peso (laddove ce ne fosse bisogno)… peccato che il benessere è transitorio. Infatti, a meno di non voler portare avanti una dieta che preveda una ridottissima gamma di alimenti, rischiando per di più di incappare in importanti carenze, non appena l’alimentazione tornerà ad essere normale, si ritroverà al punto di partenza, accusando i medesimi sintomi.
Anche prendere mix imprecisati di fermenti lattici che promettono di mettere a posto la flora batterica intestinale ha poco senso se poi non si prendono provvedimenti a livello alimentare.
PS: gli unici test per le intolleranze riconosciuti a livello scientifico sono quello per il lattosio (Breath Test) e quello che indaga gli anticorpi della celiachia.
Cosa fare dunque?
Numerosi studi hanno dimostrato che un’alimentazione a basso contenuto di FODMAP è in grado di risolvere i sintomi e di riportare il paziente ad uno stato di salute gastro- intestinale. I FODMAP sono particolari zuccheri (oligosaccaridi, disaccaridi e monosaccaridi fermentabili e polioli) che in persone particolarmente sensibili a livello intestinale, possono provocare iper-fermentazione e scatenare i relativi sintomi. Li possiamo ritrovare in numerosi alimenti (alcuni insospettabili!), in particolare alcuni tipi di frutta e verdura (ma non solo).
Il protocollo alimentare prevede una prima fase di eliminazione, abbastanza rigida, in cui il paziente deve escludere tutto ciò che contiene importanti quantità di FODMAP e che è potenzialmente irritante. Seguirà una più lunga fase di reintroduzione graduale, nella quale il paziente proverà ad assumere nuovamente gli alimenti “vietati” tenendo nota degli eventuali effetti negativi. Alla fine del percorso, egli avrà compreso quali cibi è in grado di tollerare senza problemi e quali potrà invece assumere solo sporadicamente e in piccole dosi.
È altamente sconsigliato il “fai da te” e l’eliminazione di categorie alimentari “a caso”. È importante scegliere un professionista che sappia guidare il paziente durante tutto il percorso in modo da fargli ottenere non solo la scomparsa dei sintomi, ma anche la gestione in piena autonoma della propria alimentazione e la ripresa della vita sociale.
Dott.ssa Cristiana Sberna – Biologa Nutrizionista
Numero d’iscrizione all’Ordine Nazionale dei Biologi AA_076948